Perito in Balistica – Armi e Munizioni iscritto al n.1010 del ruolo Periti ed Esperti

La balistica forense è una branca della scienza forense che comprende le indagini rivolte alla ricostruzione degli accadimenti relativi ad un delitto in cui sia stato fatto uso di un’arma da fuoco, finalizzata alla definizione delle responsabilità ed alla comminazione della pena. Nei casi in cui sia stato fatto uso di un’arma da fuoco, con conseguenti lesioni o morte, una corretta diagnosi medico-legale, pur basata sull’attenta disamina dei dati “di base” (numero di colpi esplosi, distanza di sparo e posizione reciproca tra feritore e vittima), può talora rivelarsi incompleta o insufficiente in assenza di una valutazione integrata con i risultati di indagini comunemente ritenute di natura più squisitamente criminalistica, quali l’esame dell’arma e della sua meccanica, la definizione del numero dei colpi inesplosi nel caricatore, l’identificazione del calibro dei proiettili esplosi, nonché l’interpretazione dei rilievi ambientali e testimoniali.

Sono proprie della balistica forense le indagini per:

  1. l’identificazione e la descrizione del luogo ove è avvenuto l’evento;
  2. l’esame di danneggiamenti da agente balistico in ambienti e su veicoli;
  3. la ricerca, il prelievo, la conservazione e l’identificazione dei reperti di interesse balistico;
  4. l’esame dell’arma, l’accertamento delle sue caratteristiche e della funzionalità;
  5. la identificazione del tiratore;
  6. la valutazione della distanza di sparo.

Oltre ad esse, nella proposizione di ipotesi ricostruttive dell’evento, deve tenersi debito conto delle non certo secondarie e classiche tematiche medico-legali in tema di:

  1. valutazione dell’epoca della morte e/o del ferimento, della causa e dei mezzi impiegati;
  2. del tempo di sopravvivenza e della possibilità di compiere autonomamente azioni o spostamenti dopo il ferimento;
  3. tipo o tipi di arma impiegate, calibro, numero dei colpi, ancora distanza di sparo e posizione reciproca fra vittima e sparatore.
  4. La balistica forense soffre tuttavia di talune difficoltà di analisi con particolari tipi di armi dei cui proiettili scorrono attraverso delle patine di plastica che ne impediscono il contatto con la canna. Per questo tipo di armi esistono altre analisi che ne possono rivelare le fonti.
perizie balistiche
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Striature

Quando un proiettile è sparato attraverso la canna dell’arma da fuoco, la direzione della spirale all’interno della canna produce dei solchi cd. “striature” nel proiettile. Ciò può essere dimostrato con armi di una particolare categoria o con particolari caratteristiche di un’arma. Le caratteristiche di categoria dipendono dal tipo di rigatura, che varia da fabbricazione e dalla forma dei solchi; la Colt, ad esempio, impiega un left-hand twist, mentre la Smith & Wesson utilizza un right-hand twist; una recente produzione del M16 rifle porta un 1 in 7 inch twist, mentre la AR-15 o la M16 rifle portano un 1 in 9 inch twist. Le armi da poligono di tiro possono denotare delle rigature che sono difficili da rilevare in una particolare canna. Le caratteristiche di un’arma dipendono dalle imperfezioni nel processo di rigatura, ma anche dall’usura dell’arma e possono mutare nel corso del tempo. I criminali o chi lavora nei servizi di sicurezza, talvolta, può essere tentato di sofisticare le caratteristiche di un’arma per renderne più difficile l’identificazione.

Cane della pistola

Tracce sul bossolo possono ricondurre al modello del tamburo o del cane della pistola. Per una serie di ragioni, i bossoli sono più facilmente analizzabili dei proiettili. Innanzitutto perché la parte dell’arma che produce le tracce sul bossolo è meno soggetta all’usura e, secondariamente, i proiettili si deformano più facilmente all’impatto, distruggendo parte delle tracce che servono all’analisi.

Residui dello sparo

I residui dello sparo sono composti principalmente da particelle alla cui composizione chimica contribuiscono la carica di innesco, la carica da lancio, il bossolo, il proiettile e le superfici interne dell’arma da fuoco. Nel 1979 Wolten et al. proposero una classificazione dei residui dello sparo basata sull’analisi mediante microscopia elettronica a scansione. Tale analisi consente di esaminare la morfologia e la composizione elementale delle particelle prodotte dall’esplosione di una cartuccia per arma da fuoco. Alcune classi di particelle furono definite da Wolten et al. “characteristic”, tra cui quelle contenenti piombo, antimonio e bario o quelle contenenti antimonio e bario. Wallace and McQuillan pubblicarono una nuova classificazione bel 1984, chiamando “unique” le particelle contenenti piombo, antimonio e bario e quelle contenenti antimonio e bario. Nella ultima versione della guida ASTM “Standard Guide for GSR analysis by Scanning Electron Microscopy/Energy Dispersive X-ray Spectrometry” le particelle contenenti piombo, antimonio e bario, che rispondono a determinati criteri morfologici e rispettano alcune regole sugli altri elementi chimici ammessi sono definite “characteristic”. Il miglior approccio interpretativo, secondo Dalby et al., è fondato sul confronto tra residui di origine incognita, ad esempio prelevati sulle mani di un sospettato, e quelli di origine certa prelevati dal bossolo, dall’arma, dalla vittima o dal proiettile. Tale approccio, denominato case by case”, fu proposto da Romolo e Margot nel 2001 e fu introdotto successivamente nella guida ASTM.

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