I bambini non sono proprietà e hanno diritti

 In articoli di giornale

Il problema non è solo italiano: troppi sono i casi in cui non prevale l’interesse dei minori. Eppure un criterio accettabile ci sarebbe e non si riferisce a fredde regole, ma al buon senso.

Garantire una Giustizia equa è uno dei maggiori segni di civiltà. Né giudicare è facile, forse anche perché è una responsabilità che, più che ad un essere umano, è adatta ad un Dio, ‘ché sa tutto, inclusi i veri sentimenti delle persone coinvolte, mentre un Uomo, oggettivamente, non può.

Nonostante ciò, basterebbe del buon senso ed una capacità di osservazione e valutazione delle persone che in certi casi è essenziale. E di sicuro è più l’esperienza ad aiutare piuttosto che la regola.  Un altro campo in cui la cosiddetta “intelligenza artificiale” non riuscirà mai a sostituire l’essere umano. È uno dei motivi per cui il Tribunali dei Minori dovrebbe essere affidato a giudici con una notevole e verificabile esperienza, nonché un notevole equilibrio e capacità di obiettività.

Se è comprensibile che si tenda, nei casi di un minore nella sua prima infanzia, a privilegiare e tutelare il rapporti di un bambino con la madre, come tendenza naturale, va però valutata la personalità e l’equilibrio psicologico della madre stessa che, pur non dovendo certo essere una santa, non è però automaticamente la scelta migliore per il minore solo in funzione del suo genere e, in certi casi, potrebbe essere perfino la scelta peggiore. Perfino la Bibbia, sull’argomento, offre una riflessione stimolata dall’episodio in cui Re Salomone si trovò di fronte a due donne che rivendicavano entrambe d’essere la madre di un bambino. E fu proprio l’osservazione della diversa reazione delle due pretendenti ad aiutare Salomone a decidere.

Un caso sta mettendo in luce questi argomenti. Riguarda Angelo Maggioni, padre di 43 anni, un operaio che ora vive in Valsassina, che si è visto per ben due volte strappare il figlioletto dalla madre algerina che addirittura lo ha portato nel suo paese e rifiuta di far incontrare il piccolo al padre.

Questi non riesce neppure ad instaurare un collegamento telefonico o per video call, al punto che sono circa tre anni che del piccolo non ha nessuna notizia.

Il sig. Angelo Maggioni ha presentato una denuncia penale nei confronti della madre, la quale è stata stranamente assolta in primo grado. Ma il Pubblico Ministero, Dott. Andrea Figoni, ha impugnato la sentenza di assoluzione della madre, la signora Kheria Ei Kerbadji, 35 anni, algerina, che ormai si trova all’estero.

Il Sig. Angelo Maggioni  ha dato mandato al Criminologo Umberto Mendola, di Palermo, proprio al fine di svolgere un’analisi criminologica e criminalistica atta ad individuare le carenze e i difetti investigativi, nonché le omissioni di eventuali amministrazioni che avrebbero dovuto impedire l’espatrio del minore e l’obbligo di intervento di alcune Autorità, come ad esempio poteva fare la Farnesina.

La relazione criminologica, sarà depositata nel giudizio di impugnazione di secondo grado al fine di coadiuvare il P.M. nell’azione penale.

Tutto questo era evitabile anche e semplicemente se, in mancanza di certezze assolute, il figlio veniva affidato ad ambedue i coniugi (affidamento congiunto), ciascuno dei quali, pertanto, non poteva agire sottraendo il figlio all’altro o facendo scelte non condivise. E, in base a ciò, sarebbe stato possibile fermare la madre nel suo tentativo di espatrio illegale con il figlio.

Bastava un po’ di buon senso.

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Guido De Simone

I bambini non sono proprietà e hanno diritti

 

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