Incastrato dall’impronta digitale, viene assolto. Il criminologo Mendola: sentenza storica

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Lo scorso 22 Maggio, la IV Sezione Penale del Tribunale di Palermo ha assolto un uomo imputato di un furto verificatosi in data 15.7.2014. La polizia scientifica all’epoca del fatto era riuscita a rinvenire su una bomboletta di tipologia Spray Baygon una chiara impronta digitale (o papillare, ndr) che in quel momento non era riconducibile ad alcun soggetto. Lo riporta il Giornale di Sicilia, in un articolo a firma di Virgilio Fagone, uscito nei giorni scorsi. La Procura di Palermo aprì un fascicolo contro IGNOTI.

A distanza di 4 anni dal furto, la Polizia Giudiziaria attraverso il periodico reinserimento dell’impronta papillare destra del soggetto all’epoca ignoto, riscontrava una corrispondenza del 100% che veniva ricondotta all’uomo, perchè nelle more tratto a giudizio in un altro processo.

Tale circostanza ha determinato la riapertura delle indagini ed il rinvio a giudizio dell’uomo.  L’avvocato Carmelo Ferrara si è avvalso del criminologo Umberto Mendola, grazie alla cui consulenza svolta per la difesa è stato possibile sostenere la tesi che ha portato all’accertamento della pre-esistenza dell’impronta papillare rinvenuta sulla bomboletta spray (rispetto alla data della commissione del reato) proprio perché non datata dalla P.G., nonostante il riscontro positivo del 100%  dell’impronta rinvenuta sulla scena del crimine.

Il 22 Maggio, la IV sez. Penale del Tribunale di Palermo ha assolto l’imputato.

 

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